domenica 19 maggio 2019
LOCOMOTIVA D214
lunedì 7 febbraio 2011
TARTANA SANTOS 005
domenica 6 febbraio 2011
TARTANA SANTOS 004
TARTANA SANTOS 003
TARTANA SANTOS 002
TARTANA SANTOS 001
giovedì 6 maggio 2010
CASE
Ora nel caso specifico degli edifici ci sono vari sistemi per realizzarli, uno è acquistare dei kit in plastica stupende realizzazioni curate nei minimi dettagli neanche tanto costose tipo 57 euri per un rudere di chiesa, l’altro sistema è abbastanza semplice usare del cartoncino e riprodurre l’ edificio, altro sistema molto realistico e a prezzi più accettabili e usare il Polistirene o evergreen ebbene tranne il primo li ho provati tutti sino a giungere a questa mia soluzione che ora condivido con tutti voi.
Vi ricordo sempre che sto parlando di modelli realizzati tutti in scala 1:87 ciò significa che un piano di una casa di 3mt equivalgono a soli 34,5mm.
Si inizia nel disegnare la forma dell’ edificio che si vuole realizzare una volta composte le varie tavole di progetto si realizza la forma delle pareti con del cartoncino rigido ( quello che è spesso 1mm per capirci), e si incollata la casa su una tavoletta di compensato, ora sulle pareti di cartoncino ho incollo con il vinavil della sabbia molto fine ( passata al setaccio) per creare una superficie ruvida e nello stesso tempo hanno dato una resistenza maggiore al cartoncino stesso inoltre questa operazione mi serve come aggrappante, una volta che la colla si è seccata preparo l' impasto di ZL25 (ZL 25 è una malta secca composta da calce idrata, gesso, farina di roccia ed additivi specifici per migliorare la lavorazione e l’adesione) esso si trova comunemente nei luoghi dove si vende materiale edile, uso questo prodotto dato che lo reputo di gran lunga superiore al comune gesso.
Questo impasto lo applico direttamente su tutte le superfici dell’ edificio.
Nella foto si vede il risultato dopo una leggera carteggiatura, ora devo realizzare uno zoccolo lungo il perimetro della casa e per fare ciò ho applicato ancora lo zl25 avendo posto dei listelli all’ altezza dovuta come forma e riempito la zona creata, prima che asciugasse completamente la ho leggermente modellata nella forma che avevo deciso.
Con della cartavetrata molto fine (800) ho carteggiato tutte le pareti e lo zoccolo.
Ho dato una mano di tinta a tempera del colore che volevo fare, a questo punto per realizzare il tetto ho usato delle travi di legno per la struttura portante.
Sempre in questa fase ho costruito le finestre in legno incollando nella parte interna una lastrina di acetato e ho aggiunto anche le tende.
L ungo il perimetro delle finestre ho incollato delle cornici fatte sempre con la stessa malta ma questa volta con l’ aggiunta del vinavil nell’ impasto per dare una consistenza e resistenza maggiore dato lo spessore delle stesse.
Per la copertura del tetto ho incollato un cartoncino fino e verniciato di marrone scuro, su di esso ho montato i coppi ricavati dalla parte interna del cartone usato per le comuni scatole, stando attendo alla scala che stavo adottando; per recuperare la parte interna, quella appunto ondulata, ho bagnato con acqua un lato del cartoncino con dello spirito e atteso qualche istante ho tolto il foglio superiore di cartoncino lasciando quello inferiore e quello ondulato ancora incollato su di esso, poi ho tagliato delle striscie per la larghezza necessaria della tegola.
Calcolata lo sovrapposizione delle tegole stesse e seguendo il sistema precedente ho realizzato un taglio sul lato del cartoncino rimasto pari a tale sovrapposizione ed tolto lo stesso seguendo il procedimento descritto prima.
Preparate tutte le striscie necessarie per rivestire il tetto ho fatto con del rame i ganci per la grondaia che li ho incollati sul cartoncino di sostegno del tetto, solo ora posso mettere in opera le tegole che le ho incollate partendo dall' esterno una sopra all' altra sino al culmine dl tetto.
Con dell' acqua sporca ho iniziato ad impiastrare le pareti esterne della casa per renderla vissuta.
Ho inserito la grondaia realizzata in rame e anche i tubi di scarico dell' acqua sempre in rame.
Montato la porta fatta in legno e con la fotoincisione ho realizzato la ringhiera del balcone
SCAMBI
Con l' ausilio di autocad mi sono disegnato un bello scambio con curvatura di 360mm a 36°dove ho aggiunto delle note per farvi comprendere meglio il discorso.
Il disegno che vedete e senza le note lo ho stampato e fissato su una tavoletta di legno, esso mi servirà come dima di posizionamento per la realizzazione.
A questo punto taglio della vetrovite ramata ( quella che si usa per realizzare i circuiti stampati in elettronica ) come se fossero delle traversine e le incollo sulla dima nelle posizione evidenziate con una quadrettatura.
Taglio i binari a misura e li saldo sulle traversine in maniera che rispettano anche le curvature.
Una volta completata questa fase in tutte le sue parti stacco lo scambio dalla dima e provo il suo funzionamento.
A questo punto usando una colla bicomponente incollo le traversine di legno in precedenza preparate su tutta la parte che ora ne è spovvista, per questa operazione uso un' altra stampa della dima per avere l' esatta posizione.
Attendo qualche minuto che la colla abbia tirato e con delicatezza sostituisco le basette di rame dissaldandole con le traversine in legno usando sempre la stessa colla.
Lo scambio è fatto, nello spazio libero che vedete si dovrà inserire il meccanismo per rendere il movimento elettrico.
DEPOSITO ACQUA
Passiamo a quanto in oggetto:
Come già saprete inizio sempre con il realizzare il disegno di ciò che voglio realizzare anche se si trovassero le istruzione al completo, questa mia debolezza è data dal fatto che disegnando quello che vorrei realizzare, devo automaticamente pensare anche come realizzare ogni singolo pezzo o trovare la soluzione a me più congeniale per realizzare lo stesso.
Una volta fatto il progetto si inizia la realizzazione, questo anche per valutare anche se le idee avute sono fattibili ovviamente ( una cosa è dire un' altra è fare).
Per realizzare le pareti e il tetto ho prima fatto un telaio della stessa dove ho fissato le tavolette quindi abbastanza semplice come lavorazione, la parte più complicata di questa prima fase sono state le finestre dato che ho dovuto lavorare con la lente per qunto sono piccole, ricordo sempre che la scala è quella classica per il ferroviario 1:87.
Fatta la casetta ora dovevo realizzare una piattaforma sul tetto stesso per poter mettere il serbatoio dell' acqua.
quindi sempre con dei listelli in legno ho realizzato questa torretta ( per similitudine con il navale, due dormienti ben ancorati alle travi / quinti e tanti bagli uno al fianco dell' altro e il relativo tavolato).
Il serbatoio lo ho realizzato con del rame creando tre anelli dove quello centrale è esterno agli altri due, saldato tutte le linee di giunsione e per creare la bordatura superiore ho saldato un tondino di rame lungo il perimetro.
Come potete vedere sta prendendo forma, le cose principali da realizzare sono state fatte ore si passa ai particolari tipo:
le tegole canadesi realizzate con del cartoncino e una fustella lavorata per incidere solo mezzo cerchio.
la scaletta sempre in legno
La chidatura delle travi e il tubo di andata dell' acqua.
Ormai stiamo arrivando alla fase conclusiva, manca un basamento e qualche altro piccolo accessorio come il misuratore di livello dell' acqua nel serbatoio, la brunitura del serbatoio stesso, un' altra scala, un piccolo fusto all' esterno della casa, una mezza specie di panchina e insomma quello che si vede nella foto a seguire.
Il lavoro è terminato e per concludere vi dico che fino ad ora ho postato foto in macro per evidenziare tutti gli errori che ho commesso e perchè ho solo quelle e quindi per quinta ed ultima foto ne posto una che vi potra rendere l' idea di che cosa sia realmente questo deposito acqua.
CARRELLO TIPO 24
Tra studio e tentativi pratici ho impiegato circa due anni per avere oggi dei buoni risultati.
Ora però vi mostro il primo lavoro che ho ritenuto accettabile anche se non è perfetto fatto con questa tecnica.
Considerando che tale processo lo ho dovuto ripetere una decina di volte con delle varianti ognuna sino appunto ad arrivare a cio che si nota in questo prototipo che non è il massimo.
Ora comi si vede, sulla superficie dell' ottone sono presenti dei piccoli segni inregolari che non devono esistere ebbene nei tentativi precendenti questi segni erano molto più accentuati e addirittura alcuni particolari neanche esistevano più.
Ovviamente non basta solo il processo della fotoincisione per realizzare il carrello in oggetto come qualsiasi altra cosa ma si deve partire sempre da una ricerca, uno studio e dalla progettazione quindi disegno.
Da quanto detto sopra si è realizzato il progetto del carrello in questione seguendo le foto reperite in web dei reali carrelli tipo 24 ne posto alcune.
Quindi sulla base di queste ed altre informazione si è iniziato a realizzare il progetto
Ora da questo disegno bisogna estrapolare tutti i pezzi che lo compongono e realizzare il master che verà utilizzato per la fotoincisione, ovviamente sono altre ore di lavoro dato che si deve considerare e spianare le varie forme quindi alla fine è il progetto del progetto.
Da queta immagine se la si mette a confronto con la precedente vedrete che sembrano due cose diverse ma in realtà la seconda serve per realizzare la prima.
Ebbene una volta realizzata la fotoincisione si inizia il montaggio delle singole parti saldandole a stagno.
Ebbene il carrello è stato rifinito e verniciato.
L' esperienza di questo lavoro mi ha dato ovviamente altri suggerimenti da implementare nelle future realizzazioni.
Cosa ci avrò fatto con i due carrelli?
Assolutamente nulla, in realtà non mi servono; è stto solo uno spunto per comprendere e capire le varie fasi di lavorazione della fotoincisione, come ho detto due anni di studio.
giovedì 17 settembre 2009
PRESENTAZIONE
Iniziamo con una panoramica della mia vita ed esperienza modellistica per capire le decisioni che ho preso con il passare del tempo.
Posso dire che il tutto è nato nel lontano 1973 all’ età di 11 anni quando mio padre iniziò a realizzare un plastico ferroviario, ma data l’ età fungevo quasi da manovale e seguivo ciò che mio padre mi diceva, un’ esperienza durata solo due anni, poi si è dovuto smontare tutto con grande dispiacere.
Ma qualcosa era successo dentro di me, volevo fare modellismo e quindi, appoggiato da mio padre, scelsi il settore che fu quello aereo ( mi piacevano gli aerei ) comprammo una scatola di montaggio di un veleggiatore in balsa, l’ entusiasmo era al massimo ma dopo circa 10 giorni lo avevo finito di costruire e fatto delle prove di volo; è stato interessante ma non più di tanto, mi immaginavo qualcosa di più complicato e quindi decisi di abbandonare gli aeri e passare al navale anche in questo caso iniziai con una scatola di montaggio e il modello era una ENDEAVOUR , già da subito capii che era quello che cercavo, ci lavorai per parecchi mesi sino a completarla e l’ entusiasmo era notevole, comprai un’ altra scatola di montaggio, ovviamente sempre indirizzata ai principianti, era HMS. VICTORY , anche questa nave la completai e continuai con un’ altra la INTREPID ogni modello aveva un livello leggermente superiore al precedente , questo hobby lo feci sino all’ età di 16 anni quando smisi di fare modellismo per studio e ovviamente interessi nuovi sino al 1985 che, durante il servizio di leva, ripresi il modellismo navale con un modello sempre in scatola di montaggio di piccole dimensioni dato che dovevo riporlo nei famosi armadietti metallici in dotazione all’ esercito ma in questo preciso istante cambiò qualcosa nel mio modo di pensare dato che oltre alla scatola comprai anche il progetto della aeropiccola dello stesso modello ma una scala più piccola dove erano riportate molte più cose.
Il modello è l’ INDISCRET, ci lavorai per tutto il periodo del militare e mi piacque come lo realizzai.
Al mio ritorno a casa inizia un altro modello la MAYFLOWER per regalarlo a mia sorella che era in dolce attesa, 8 mesi di duro lavoro in autocostruzione e feci in tempo per il regalo.
Era il lontano 1986 quando chiusi definitivamente con il modellismo per problemi di lavoro, matrimonio ecc ecc, non avevo tempo per crearmi un hobby anche se molto spesso ci pensavo ma rimaneva solo un pensiero e un sogno.
Anno 2004 finalmente ho l’ opportunità di riprendere il mio hobby di modellismo ma dovevo scegliere qualcosa di diverso rispetto al navale dato che non avevo una postazione fissa e quindi decisi per il ferroviario , iniziai a girare su internet e comincia a capire che in Italia questo stupendo hobby non era altro che apparecchiare una tavola con oggetti che si compravano nei negozi specializzati e addirittura su ebay ovviamente all’ inizio fui trascinato in questo vortice anche se non calzava con le mie caratteristiche.
Ben presto conobbi una persona, Roberto Gottardi, che mi fece capire che il modellismo era un’ arte strettamente personale e no un compra compra, questo era esattamente quello che cercavo.
A lui devo molto mi ha insegnato a fare la fotoincisione, gli stampi in resina per la riproduzione in metallo e tante altre tecniche specifice per questo hobby, ma la cosa più importante che mi ha insegnato è come vedere il modellismo in genere, facendomi capire che è pura espressione d’ arte individuale e ogni cosa che creiamo o realizziamo è alla fine ciò che noi stessi siamo.
Ho trascorso 5 anni a testare, sperimentare e studiare le nuove tecniche e nel frattempo ho iniziato anche a progettare un futuro plastico che realizzerò in scala H0N30 proprio per il fatto che si deve auto costruire tutto , tra le mie esperienze posso dire che ho realizzato due locomotive in fotoincisione e una terza è in fase di ultimazione delle costruzioni abitative, semafori ferroviari, pali per la catenaria, passaggi a livello, paesaggi ecc ecc.
A settembre 2008 ho smesso questo hobby dato che il mio tempo lo ho utilizzato per ampliare casa e finalmente avevo un posticino dove potevo praticare in santa pace il mio hobby , ho costruito il tutto e ho costruito anche il mobilio studiato, per praticare i miei passatempi, nei minimi dettagli.
Una volta realizzato il mio laboratorio ho ripreso le mie ormai vecchie navi e ho deciso di dargli una sistemata, 30 anni sono tanti e qualche rottura l’ avevano subita è stato proprio in questo periodo che mi è ripresa la fantasia del navale ed ho iniziato a girare nel web per trovare qualche forum e dei piani di costruzione, ne ho girati tanti alla fine sono capitato in “ scuola di modellismo “ mi ha ispirato qualcosa che gli altri forum non mi davano e pensare che ero solo il 64° iscritto, era il 24/02/2009 nel sito di questo forum trovai molti piani costruttivi che scaricai immediatamente e feci bene dato che da li a pochi giorni eliminarono la raccolta.
Decisi di prendere in seria considerazione il mio ritorno al navale ma dopo circa 23 anni di inattività in questo settore dovevo cercare un piano di costruzione relativamente semplice e veloce da realizzare per testare la mia manualità e capacità fu così che decisi per la sezione maestra della CONSTITUTION; inizia a lavorare con listelli di legno che avevo conservato da lunga data, il lavoro prosegui abbastanza bene ed ero soddisfatto dei risultati sino a quando inizia con le manovre, li ebbi una delusione nel senso che non mi piaceva come era stato concepito quel progetto dato che sull’ albero maestro erano presenti solo 3 sartie anziché 14, al primo momento avevo deciso di abbandonare il modello poi ci ripensai e mi dissi ok prendo in seria considerazione il fatto che voglio provare a realizzare tutta la parte velica secondo i dettami originali e non più quelli del progetto e così feci sino a quando ormai le mie conoscenze erano sufficienti che era inutile andare avanti.
La delusione riscontrata su questo modello mi ha fatto riflettere un attimo e come diceva il mio amico Gottardi: “ il fermodellismo se totalmente auto costruito è al vertice della piramide del modellismo per la sua complessità”, in quel periodo studiavo e progettavo e quindi ho deciso di ripercorrere le mie passate esperienze e stili di pensiero anche sul navale.
La decisione è stata quella di studiare l’ architettura navale antica e iniziare a realizzare i progetti e i disegni costruttivi dei miei prossimi modelli.
Mi rendo conto che il proposito che mi sono fissato è arduo e difficoltoso data la quantità di materie che si deve studiare, ed è altresì impensabile iniziare subito con vascelli di una certa importanza ciò creerebbe solo incomprensioni e altre delusioni per me, quindi ho deciso che la miglior cosa sia quella di sviluppare un programma di lavoro a piccoli passi, partendo da cose molto semplici per poi aumentare di difficoltà man mano sino ad avere le conoscenze e le esperienze tali da poter avventurarmi nella realizzazione della H.M.S. Victory e della Amerigo Vespucci.
La prima applicazione di questo pensiero è stata su un semplice GOZZO LIGURE ho impiegato tre mesi per lo studio e per realizzare il mio primo progetto di questa imbarcazione, già su questo modello di soli 24cm ho applicato la tecnica di costruzione in arsenale.